Tour overview
Luxor
Luxor nasce sull’antica città di Tebe, sulla sponda orientale sul fiume Nilo, detta “Wast” in egizio antico, “Thebes” in epoca greca, ed “El Ksour” dagli arabi, che tradotta letteralmente significa “i palazzi”; gli arabi, infatti, credettero che le costruzioni fossero i palazzi degli antichi faraoni e non dei templi, Luxor ha un terzo dei monumenti più importanti al mondo; furono unite sotto lo stesso cielo tutte le divinità dorate dell’intero Egitto in un’unica armonia religiosa. Gli antichi tebani adoravano il dio Amon Ra, sua moglie Mut e il figlio Khonso, presentando così al mondo intero il concetto di Trinità divina. È una tra le più importanti destinazioni turistiche del Egitto, grazie alla meraviglia dei suoi monumenti e dal loro perfetto stato di conservazione.
Ad aggiungersi alle meraviglie di Luxor vi è anche la recente scoperta della “Città d’oro perduta” risalente a 3 mila anni fa, ancora tutta da scoprire…
Templi di Luxor e Karnak
Il tempio di Luxor, costruito nel V secolo a.C. dal faraone Amenofi III, venne completato da Ramses II, il quale fece costruire davanti al tempio, due obelischi giganti, uno rimasto al proprio posto davanti al tempio, custodito da due colossi rappresentanti il faraone seduto sul trono, ed il secondo si può ammirare a Place de la Concorde a Parigi, barattato nel XIX secolo dal sovrano egiziano Mohamed Ali e l’imperatore francese Luigi Filippo con un orologio ed un lampadario che si trova nella moschea di alabastro al Cairo. Il tempio di Luxor fu considerato l’harem del Dio Amon Ra e venne collegato a Karnak tramite un viale lungo più di 2km fiancheggiato da sfingi con la testa del faraone Ramses II. Karnak è il complesso religioso più grande al mondo, fu testimone di un periodo di circa 4 mila anni di storia: la sua prima costruzione risale al 2000 a.C., il nome Karnak deriva da una tribù che si chiamava Khaurnak e che abitava limitrofa al tempio. Il maestoso complesso di Karnak comprende il tempio di Amon, con la celebre sala popolata da una foresta di 134 colonne alte 21 metri. Oltre al primo viale citato esiste un secondo viale, forse più famoso del primo, con delle sfingi con la testa di ariete che collegava il tempio alla piattaforma del porto antico del Nilo; oggi le sfingi sono a dare il benvenuto a tutti i suoi visitatori. Il complesso di Karnak fu considerato dagli antichi tebani come il palazzo del Dio Amon Ra, tanto è vero che una volta l’anno festeggiavano tale Dio con una processione che andava dal complesso di Karnak al tempio di Luxor passando per il viale, per dare l’opportunità al Dio di procrearsi nel suo harem; durante il festeggiamento il Dio subiva una trasformazione sessuale e veniva rappresentato sotto forma di uomo adulto con il fallo in erezione.
Valle di Re
È la più importante necropoli a Luxor dove si respira l’aria delle grosse scoperte archeologiche del Novecento, come la tomba di Tutankamon, considerata tutt’ora la più grande scoperta archeologica della storia. Nella valle, furono edificate le tombe dei faraoni e di qualche regina. La scelta ricadde sulla valle di Tebe perché sullo sfondo c’è una montagna a forma di grande piramide e le tombe furono scavate direttamente nella roccia. L’architetto Ineni scavò al suo sovrano una tomba a pozzo nel solitario vallone, tagliando nella roccia una ripida scalinata e collegandovi giù il sepolcro, con incisa una frase scritta da lui: “ho fatto la tomba del mio signore senza occhi per vedere e orecchie per sentire”. Ineni faceva portare gli operai che vi lavoravano bendati dal loro villaggio sino alla tomba, per assicurare il segreto del posto dove vi era collocato il sepolcro. La storia della valle dei Re è una storia di saccheggi, furti e trafugamenti notturni alla luce di poche fiaccole e non solo a causa dei ladri, ma anche grazie ai sacerdoti che sapendo i sovrani non al sicuro, li portavano via dal sepolcro per seppellirli altrove. Ramsete III fu sepolto per 3 volte. Nel 1881 fu scoperta una cripta con all’interno le 36 mummie dei faraoni più importanti d’Egitto che oggi si possono ammirare ancora nel loro splendore nella sala delle mummie reali al museo egizio del Cairo.
Valle delle Regine
A circa un chilometro e mezzo dalla Valle dei Re si apre la Valle delle Regine. Vi sono state scoperte circa 80 tombe, molte delle quali gravemente danneggiate, generalmente databili dal 1300 a.C. al 1100 a.C., comprese tra la XIX e la XX dinastia. Nella Valle delle Regine sono sepolti anche i figli dei faraoni morti in giovane età. Tra le Regine, moglie dei faraoni regnanti, che ebbero sepoltura nella necropoli di Tebe, c’era anche la tomba della bellissima Nefertiti, non sempre accessibile per le visite.
I Colossi di Memnon
Nella vasta pianura che si estende intorno a Tebe, fra il Nilo e la Valle dei Re, si possono ammirare i resti della monumentale strada che conduceva al tempio di Amon-Ofis III. Il tempio è andato perduto e ciò che ne rimane è comunemente conosciuto con il nome di “Colossi di Memnon”. Le due gigantesche sculture, alte 18 metri, rappresentano il faraone seduto con entrambe le mani sulle ginocchia. Il terremoto del XXIIV a.C. aprì una lunga fenditura in uno dei colossi che, per effetto fisico di riscaldamento della roccia conosciuto dagli esperti, all’alba provocava un suono simile alla vibrazione di un corda di chitarra. Questo fenomeno fece si che i Greci indicassero la statua con il Dio Memnon il quale, ucciso da Achille per vendicare l’amico Antiloco secondo la leggenda omerica, si tornasse in vita ogni giorno per salutare la madre Aurora. La leggenda attirò per secoli visitatori greci e romani fino a che nel III secolo, l’imperatore romano Settimio Severo ordinò il restauro della statua che così smise per sempre di “cantare”.
Tempio di Hatchpsut (Deir El Bahari)
Nella Valle delle Regine si trova il tempio di Hatchpsut (Deir El Bahari), una tra le poche donne faraone della storia di Egitto. La Regina Hatchpsut, più protettrice delle arti che capo militare, ordinò al suo architetto-ministro Senmut, un monumento funebre per se stessa, scegliendo una impervia vallata, precedentemente abbandonata, già consacrata alla Dea Hathor. La concezione del monumento era rivoluzionaria, il tempio venne rivolto ad oriente con una serie di vaste terrazze che, per mezzo di rampe, conducevano al santuario, mentre un viale di sfingi e di obelischi costituivano l’accesso alla prima terrazza, anche questa porticata. Su una delle pareti, bellissimi bassorilievi narravano la nascita e l’infanzia della regina e la spedizione che la sovrana promosse nel misterioso paese di Punt, che si presume essere stato al centro dell’Africa, visto che vi troviamo riprodotte giraffe, scimmie, pelli di pantera e oggetti di avorio. Nel monumento della regina Hatchpsut si installò, in una certa epoca, un convento cristiano, chiamato “convento del Nord”, che dette alla zona il suo nome attuale.
Esna
Capitale nell’antichità dell’Alto Egitto, il nome Esna deriva dalla frase geroglifica “Ta Sent” che significa “transito”; era il transito delle carovane con carico di avorio, entrando su via terra si in barca attraverso il Nilo. Nell’ottavo secolo, invece, furono trasportati da tutta l’Africa, in Egitto i cammelli come animali da campo, e tutt’ora la città rimane un punto di transito per le navi che si mettono in coda per attraversare la chiusa. Veniva chiamata dai greci “Latoporis” o “Città del Lates”, poiché si venerava un pesce sacro a cui veniva tributato un culto speciale e di cui sono stati ritrovati esemplari mummificati. Strabone ricorda anch’egli il nome curioso del dio-pesce che chiama Latus. Si approda ad Esna, sulla riva sinistra del Nilo, ad una gettata che reca ancora i cartigli geroglifici di Marco Aurelio. In mezzo al villaggio vi è l’imponente sala ipostila del tempio dedicato a Khnum e degli altri dei. Sorretta da 24 colonne, è decorata di rilievi del I-III secolo d.C..
Edfu
Il tempio consacrato ad Horus, dio Egizio dalla testa di falco, lo si trova nella piccolissima città di Edfu; per la grandiosità delle sue dimensioni e per il migliore stato di conservazione di tutto l’Egitto è da considerarsi il più importante tempio dopo Karnak, lungo 137 metri con un pilone altro 36 metri e un fronte di 79.
Il tempio fu eretto in epoca tolemaica su un tempio più antico, esistente già al tempo di Thot-Mosis III. A guardia dell’ingresso del tempio si trovano due bellissime sculture di granito nero, raffiguranti Horus sotto la forma di falcone. Dietro le due statue si alzano le pareti esterne del tempio, con grandi figure di Horus e Hathor. Nell’interno del santuario è ancora in perfetto stato di conservazione il bellissimo tabernacolo monolitico di granito grigio, alto 4 metri che, come dicono le iscrizioni, fu eseguito al tempo di Nectanebo II (360 a. C.).
Kom Ombo
Kom Ombo si trova a circa 40km a nord di Aswan, lungo la riva destra del Nilo. Il nome di Kom in lingua araba significa “la collina”, Ombo invece deriva dalla parola egiziana “Nbu” e significa “oro” a causa della vicinanza di miniere d’oro alla collina strategica sul Nilo che aveva il controllo del commercio in Egitto. Appena fuori della città su una collina sorge il tempio dedicato a Sobek, Dio coccodrillo e ad Hroeris una forma del dio solare Horus dalla testa di sparviero insolito nell’architettura, nonostante la pianta unitaria, il tempio è formato da due templi, uno appaiato all’altro nello stesso edificio. Il tempio è costruito con la tipica pianta dei templi del periodo tolemaico come Dendera, Edfu e Philae, anche se a causa della sua particolarità della divisione tra i due Dei, in questo tempio sono stati duplicati gli ingressi, le porte, le cappelle, doppie file di colonne, camere e santuari.
Aswan
La zona di Aswan sorge sull’antico mercato della città di Abu, chiamata dai greci Elefantina, la capitale dell’Alto Egitto. Eretta sulla sponda destra del Nilo, era un tempo la porta meridionale dell’Egitto che confinava con la Nubia. In epoca faraonica era un settore commerciale sulla terraferma, mentre oggi, dopo la recente costruzione della diga artificiale creata dal lago Nasser, questa area è diventata l’sola di Elefantina. Ad Aswan rimangono alcune rovine del grande tempio dedicato al dio Khnum. Dio ritenuto il creatore degli ariete durante la XXX dinastia. Il Nilometro è una scala graduata di novanta gradini grazie alla quale gli Egizi riuscivano a prevedere in anticipo la data e la portata delle piene, valutando l’altezza raggiunta dall’acqua del fiume. Dalle numerose cave di Aswan veniva estratto il granito rosso impiegato dall’edilizia religiosa per erigere obelischi, colossi e templi. Sulla riva occidentale del Nilo, scavata nella collina chiamata Tabet el-Haua, c’è la necropoli formata da circa 40 tombe risalenti al II millennio a.C..
Isola di Philae
Dedicata alla Dea Iside, dea della maternità, l’isola di Philae è considerato uno dei luoghi più romantici dell’Egitto. Il culto di Iside era molto antico ed era tradizione che almeno una volta nella vita gli egiziani si recassero in pellegrinaggio all’isola sacra di Nectanebo I. essendo molti i faraoni che hanno partecipato alla costruzione del tempio ne citeremo solamente alcuni: Tolomeo II Filadelfo, Tolomeo IV Filopatore, Tolomeo VII Neofilopatore, Tolomeo XIII e l’imperatore Diocleziano. In seguito alla costruzione di uno sbarramento sulla prima cateratta del 1904 il tempio si trovò sommerso dalle acque quasi tutto l’anno e solo nei mesi di agosto e settembre al momento dello svuotamento del bacino il tempio poteva essere visitato. Dopo la costruzione della diga di Aswan, per salvare il tempio si è dovuto smontarlo e trasportarlo sull’isola di Agilika, a 150 metri più a nord, dove è stato rimontato nello stesso identico modo. Ci sono voluti 30 mesi per trasferire il complesso dei templi dell’isola di Philae alla vicina isola di Agilika.
Abu Simbel
nell’Egitto meridionale a sud di Aswan troviamo Abu Simbel; qui il faraone Ramesse II fece erigere nel 1260 a.C. diversi templi, tra cui, scavati nella roccia, ce ne sono due di particolare importanza: il tempio maggiore di Ramesse II ed il tempio minore della moglie Nefertari. Sepolti dalla sabbia, furono rinvenuti nel 1813 da Johann Burckhardt. Il tempio venne interamente scolpito in un unico pezzo di roccia, su un fronte di 38 metri per 65 di profondità, ed è formato da una serie di ambienti e di camere che conducono al santuario. Sulla facciata si ergono quattro statue colossali di oltre 20 metri di altezza che rappresentano Ramesse deificato. Grazie all’orientamento del tempio aveva luogo quello che è stato chiamato il “il miracolo del sole”. Due volte l’anno, il 21 marzo e il 21 settembre i raggi del sole nascente penetrano tra i sessantacinque metri che separano l’ingresso del sacrario, e vanno ad inondare di luce il viso di Ramesse II. Il tempio minore, dedicato alla regina Nefertari e alla dea Athor, presenta sulla facciata statue del faraone e della sua famiglia ed è alto “solamente” 10 metri ma è da notare che mai prima di allora, in Egitto fu raffigurata sulla facciata di un tempio la sposa di un faraone. Nel 1964 fu intrapreso un progetto internazionale per salvarli dall’inondazione del lago Nasser, il bacino creato dalla diga di Aswan. Dopo lo spostamento del colossale monumento ancora oggi due volte l’anno i raggi del sole nascente penetrano a illuminare i dei Ra-Harakhty, Ramesse e Amon-Ra, lasciando in ombra la statua di Ptah il dio dell’oscurità…
Cairo Al Qahirah
Capitale dello Stato e capoluogo dell’omonimo governatorato (214 km²). Si estende lungo la riva destra del Nilo, nel punto in cui questo entra nella zona del delta, dividendosi nei due rami di Damietta e Rosetta. L’antico nucleo urbano mantenutosi quasi intatto con le fortificazioni, i monumenti e le moschee si è notevolmente esteso, dagli inizi del XIX sec. a oggi, in ogni direzione, anche sulla riva sinistra e sulle isole del fiume, con quartieri dalle vie larghe e alberate, edifici moderni e vasti parchi. È la città più popolosa dell’intero continente africano ed un importantissimo centro di attività commerciali e di industrie tessili (cotone e seta), alimentari, del vetro, del tabacco. Massimo nodo ferroviario e stradale del Paese, smista altresì gran parte del traffico aereo tra Europa, Estremo Oriente ed Africa meridionale. Sede di una Università coranica e di numerosi musei , è il maggiore centro culturale del mondo islamico. Fondata nel 969 col nome di Al-Qahirah dai Fatimidi, al posto di un insediamento arabo del VII secolo e poco lontano dall’antica capitale faraonica di Menfi, raggiunse il massimo splendore sotto i Mamelucchi (XIII-XV sec.) che la scelsero come capitale del loro regno, ma la conquista turca diede inizio ad un periodo di decadenza, dalla quale si risollevò soltanto nel XIX secolo.
Il museo Egizio del Cairo
Il Museo Archeologico del Cairo costruito nel 1900, conserva preziosi reperti archeologici dell’antica civiltà egizia, tra cui la straordinaria collezione del faraone Tutankhamon e la sala delle mummie reali. Le collezioni esposte coprono tre millenni di storia, per ogni periodo e ogni dinastia.
La cittadella
Fondata originariamente nel 1176, ha numerose moschee di epoca Mamelucca e Ottomana oltre a quattro musei molto apprezzati dai visitatori. La moschea più famosa è sicuramente quella di Mohammed Ali, chiamata anche la moschea di Alabastro, costruita in stile ottomano tra il 1830 e il 1848, con la sua grande cupola centrale e i due minareti molto imponenti.
Suq di Khan Al Khalili
È il bazar più suggestivo del Cairo e uno dei più grandi di tutto il Medio Oriente. Avventurandosi nel labirinto di viuzze con negozi che vendono gli oggetti più disparati, si rimane colpiti dal profumo intenso di incenso, spezie di ogni tipo e dall’accecante bagliore delle vetrine stracolme di oggetti e monili in oro e argento.
Giza La Sfinge e le Piramidi
Giza è il nome odierno dato alla grande necropoli di Letopolis, vicina al Cairo, che si estende su un altopiano di duemila metri quadrati. Qui sorgono le tre piramidi di Cheope (alta 137 metri) Chefren (alta 136 metri) e Micerino (66 metri), erette fra il 2690 e il 2600 a.C.. A circa 350 metri dalla piramide di Cheope, si trova la Grande Sfinge che, lunga 73 metri, è la colossale rappresentazione di un leone dalla testa umana, in cui si sono volute riconoscere le fattezze del faraone Khefren che sta a guardia della propria tomba.
Sakkara
La necropoli di Sakkara è, con la sua estensione la più vasta di tutto l’Egitto e probabilmente di tutto il mondo. Storicamente è anche la più importante, perché vi sono rappresentate tutte le principali dinastie, dalla I fino a quelle di epoca Persiana e Tolemaica. Al centro della necropoli si trova il complesso funerario di Zoser, faraone egiziano III millennio a.C.. La piramide di Zoser fu eretta verso il 2770 a.C. dall’architetto e medico Imhotep, che fu divinizzato come dio guaritore e assimilato ad Escupaio; per la sepoltura del sovrano, ebbe l’idea di sovrapporre più Mastabe creando una sorta di scala celeste a sei gradini giganti. La Mastaba era la tomba per i bovili e i dignitari, costruita a somiglianza della casa che il defunto aveva abitato quand’era in vita. La necropoli di Sakkara conserva un considerevole numero di Mastabe, alcune delle quali sono fra le più celebri per la bellezza.